di Giorgio Agosta del Forte
Faceva freddo,
fiocchi di neve scherzano col vento.
«Mi porti nella casa sul mare, per vedere il mare d’inverno?»,
Mi dicesti.
«Sì»
Mi limitai a risponderti.
Durante il viaggio,
canticchiavi, parlavi,
mi guardavi,
e facevi quella cosa di mettere la tua mano sulla mia, quando cambiavo marcia.
Infilavi poi la testa fuori dal finestrino, lasciandoti scombussolare i capelli assieme ai pensieri.
«Guarda che ti ammali», ti dicevo.
«Forse», mi rispondevi
e sorridevi.
Nella casa sul mare,
accesi il fuoco,
tu indossasti quel maglione colorato che ci stavi dentro un paio di volte,
bevemmo vino e
giocammo ad amarci.
Uscii poi a cercar legna sul bagnasciuga e
poco dopo mi venisti incontro.
Eri in costume.
«Ma cosa stai facendo?», ti gridai.
Tu ridevi, ridevi e spazzavi via i miei mentali guai.
Ti corsi incontro, ti presi per un braccio,
ci sfiorammo le labbra,
ti guardai per un attimo negli occhi,
quell’attimo che mi fece ri-innamorare di te
e facemmo sì che la sabbia
assumesse le forme dei nostri corpi.
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