di Gianluca Berno
Cominciamo dalla fonte d’ispirazione: il poeta manierista Luigi Groto (1541-1585) si inventò un giorno un sonetto del quale ogni verso poteva essere ribaltato: cioè invertendo in ogni verso l’ordine delle parole si ottenevano altr’e tante frasi di senso compiuto, ma di significato esattamente opposto.
Me ne sono ricordato in una conversazione su un altro blog (quello di Vittorio: vi indico l’articolo sotto il quale vi fu la conversazione e vi invito a leggere anche la poesia che ha scritto lui con un meccanismo analogo, e che trovo geniale); e ho deciso di applicare la stessa idea alla satira. Nasce così il sonetto sul dibattito infinito tra SÌ e NO al referendum costituzionale del 4 dicembre.
Dato che anche noi della Redazione abbiamo opinioni divergenti in materia, ho deciso di rappresentare in un colpo solo e con le medesime parole entrambi gli schieramenti, in assoluta parcondicio. Scegliete voi dove schierarvi, l’importante è ricordare quella meravigliosa canzone di Gaber: «Libertà non è star sopra un albero, / non è neanche il volo di un moscone. / Libertà non è uno spazio libero, / libertà è partecipazione».
SÌ
. Riformare fa buon, non mal Paëse; costi, non diritti tagliano questi; vetusti iter sono lenti, non lesti; semplificare, non brogliar intese! . Giusti pensieri, non falsi pretesti! Sommare uffici giù, non su trae spese, ampliare ben farà, non dà sorprese; frusti articol innovi, non impesti! . Nota man, non oscura tende invito; compire riforme, non tradir cale; pota rami secchi, non par Benito! . Benedire, non odiar vuol chi vale: vota SÌ miglior, non peggior partito; mire turpi, non buone ha chi NO vuole. |
NO . Paëse mal, non buon fa riformare; questi tagliano diritti, non costi; lesti, non lenti, sono iter vetusti; intese brogliar, non semplificare! . Pretesti falsi, non pensieri giusti! Spese trae su, non giù uffici sommare, sorprese dà, non farà ben ampliare; impesti, non innovi articol frusti! . Invito tende oscura, non man nota; cale tradir, non riforme compire; Benito par, non secchi rami pota! . vale chi vuol odiar, non benedire: partito peggior, non miglior SÌ vota; vuole NO chi ha buone, non turpi mire. |
11 novembre 2016 at 16:54
Interessante applicazione, anche se tirare in ballo la politica è a rischio flame.
Comunque, ci sono due preferenze e tre opinioni: quale ha vinto?
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11 novembre 2016 at 17:00
Io, cioè l’autore, sono per il NO e sono in minoranza (spero solo dentro il blog, non me ne vogliano i colleghi…). In ogni caso, sfido chiunque a dire che nell’articolo si noti un maggior favore per una delle due posizioni: sono in perfetto equilibrio.
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11 novembre 2016 at 17:02
Direi di sì (in risposta al commento, non al referendum).
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11 novembre 2016 at 17:08
Cioè: c’è un perfetto equilibrio? Ovvero si nota un propendere da una parte?
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11 novembre 2016 at 17:10
Per i miei gusti, c’è fin troppo equilibrio.
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11 novembre 2016 at 17:14
Lo so, è per parcondicio…
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11 novembre 2016 at 19:38
E il fatto che Vittorio parli di equilibrio… è quello il bello di tutto il sonetto! 😉
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11 novembre 2016 at 20:27
Infatti. Poi di fatto mi aveva spinto a scrivere il puro e semplice gioco linguistico, che – posso garantirlo – è una delle cose più difficili che sia mai riuscito a comporre. Sapendo come funzionava il meccanismo, l’ho applicato alla satira perché mi sembrava perfetto.
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11 novembre 2016 at 21:13
Perfetto equilibrio! Io peró sono assolutamente per il sì!
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11 novembre 2016 at 21:14
Piacere, l’assolutamente per il NO. 😉
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21 novembre 2016 at 11:23
Fantastico!!! 🙂
Io invece ho apprezzato molto l’equilibrio tra le due parti…
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21 novembre 2016 at 11:37
E comunque… io voterò NO, e senza scendere troppo nel dettaglio per due ragioni precise.
A. L’unica cosa chiara di questo referendum è che devi scegliere tra SI e No, tutto il resto è chiaro quanto le etichette del supermercato dove per capirci qualcosa devi avere una lente d’ingrandimento e un vocabolario scentifico. Questo lo dico perché il primo principio della comunicazione è che le frasi siano chiare anche a chi non ha necessariamente una conoscenza approfondita e scientifica del discorso, cosa che i più non hanno.
B. Non ho mai visto rispodere con un’unica affermazione a cinque o sei domande differenti. Se mi chiedono se mi pace la pizza non è detto che mi piaccia in qualsiasi modo mi sia servita. Che mi piacciano le acciughe come la mozarella… questo è un modo semplicistico per dire che la bufala di tutto il discorso sta nel fatto che anche se si può essere d’accordo con una cosa magari con le altre cinque no. Quindi visto che non sono d’accordo con tutti i punti e ho un’unica scelta, dico no a qualcosa che puzza di fregatura, come tutte le cose poco chiare.
Il fatto che ci siano solo due opzioni, così come per qualsiasi sistema binario (matematicamente parlando) non rende la cosa più semplice o univoca e unidirezionale… perché due soli valori (o e 1 – Si e No) contengono innumerevoli possibilità, non è politica la mia ma logica: non facciamoci trattare come automi per i quali esiste un solo interruttore ON/OFF, siamo molto di più, le nostre scente sono molto di più.
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21 novembre 2016 at 20:52
Sono d’accordo; poi ci aggiungo questioni di merito, ma è una faccenda lunga… G.B.
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