di Gianluca Berno
Troverete qui gli altri Saggi senza pretese. Il presente s’addentra in un territorio arduo, ma si spera di aver discusso la faccenda con chiarezza.
Di recente è ricomparsa la notizia della modifica del Padre nostro, proposta da alcuni filologi e, secondo il Televideo di qualche giorno fa, approvata dal Papa.
Tutti, immagino, hanno presente la penultima proposizione di cui si compone la nota preghiera, quella che accomuna tutti i cristiani al di là delle confessioni: «…e non ci indurre in tentazione…». Questa frase è stata spesso un problema interpretativo per gli esegeti biblici, dato che chiedere a Dio di “non indurre in tentazione” appare ben strano: chi tenta è il diavolo, lo sanno anche i bambini che vanno a catechismo. La modifica del testo, però, per come è stata pensata e presentata, pone problemi ancor più grossi che un verso da spiegare; problemi per i quali s’invita il lettore ad addentrarsi nella teologia per un istante, indipendentemente dalle proprie convinzioni in fatto di metafisica. Si tratta di una diatriba, infatti, tutta interna alla Chiesa cattolica e ai suoi principî. Continua a leggere “Non ci indurre in tentazione”
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