di Gianluca Berno
In endecasillabi sciolti, ma nella lingua di Cicerone e Orazio, propongo un gustoso aneddoto realmente accaduto; ma sotto il testo originale porrò una versione in italiano, per comodità… Continua a leggere “Il suicidio creativo”
di Gianluca Berno
In endecasillabi sciolti, ma nella lingua di Cicerone e Orazio, propongo un gustoso aneddoto realmente accaduto; ma sotto il testo originale porrò una versione in italiano, per comodità… Continua a leggere “Il suicidio creativo”
Traduzione di Gianluca Berno
Quartine di endecasillabi sciolti: con tale forma si volevano riprendere almeno le strofe oraziane, sia pur aumentate e con versi del repertorio italiano. Con questa poesia, la prima delle Odi, Orazio voleva dichirarare non solo la propria poetica, ma un ideale di vita. Continua a leggere “Orazio, Odi I, 1”
Traduzione di Gianluca Berno
Quartine d’endecasillabi sciolti: è questa la famosissima poesia del «carpe diem», un trattato sull’epicureismo che il grande poeta riuscì a condensare in otto versi – qui non s’è potuto far meno di dodici.
Non domandare, saper non è dato, Continua a leggere “Orazio, Odi I, 11”
Traduzione di Gianluca Berno
Endecasillabi sciolti. In apparenza, è un elogio a Cicerone; ma a uno sguardo più attento si vedrà l’eccesso di quel vocativo doppio («Marce Tulli») e l’ambiguità del genitivo «omnium», riprodotta qui con la traduzione “di tutti”.
Eloquentissimo tra i discendenti
di Romolo, quanti sono e son stati,
o Marco Tullio, e quanti negl’anni
ancor saranno, infinite ti rende
grazie Catullo, il peggiore di tutti
i poeti; di tutti il peggior quanto
tu l’avvocato migliore di tutti.
Traduzione di Gianluca Berno
Endecasillabi sciolti.
Odio ed amo: forse il perché ti chiedi.
Non so, ma so che accade e son in croce.
Traduzione. Endecasillabi sciolti: ragioni metriche impediscono il mantenimento del numero dei versi.
L’armi e l’uom canto che primo, da coste
troiane, venne in Italia, fatale
profugo, ed alle lavinïe [1] spiagge,
molto per terra e per mar sbalestrato
dalla violenza dei numi e dall’ira
incancellabile della crudele
Giunone, e molto soffrì pur in guerra
per fondar la città, e gli dèi portare
nel Lazio, onde il ceppo latino, i padri
albani e le mura dell’alta Roma. [2] Continua a leggere “Virgilio, Eneide I, 1-7”
Traduzione. Strofe di cinque versi sciolti, tre novenari e due settenari. La forma poetica scelta da Orazio – credo ispiarata al poeta greco Archiloco; si accettano rettifiche – si componeva di quattro versi a strofa, due più lunghi e due più brevi; per mantenere lo stesso numero di strofe, si è scelto di allungarle d’un verso.
Ahi! Rapidi, Postumo, Postumo, [1]
scorrono gli anni, e non il culto
indugio alle rughe porrà,
o a vecchiaia incombente
o all’indomita morte; Continua a leggere “Orazio, Odi II, 14”
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